Marche d'ottobre in Camper: tra gli ultimi colori dell'estate e
la voglia di libertà

Un viaggio in camper controcorrente: l'autenticità delle Marche in autunno
di Silvia F.
Partire in autunno è un gesto controcorrente, come un sussurro nel frastuono delle stagioni più affollate. È scegliere di guardare ciò che normalmente passa inosservato ed ascoltare il silenzio che si allarga tra le strade e le piazze svuotate. È proprio in questa stagione di transizione tra estate e inverno che abbiamo deciso di attraversare le Marche in camper, inseguendo la luce dorata di ottobre, i colori che tingono colline e promontori, l’aria sottile e pulita che scende dai monti e si mescola a quella salmastra del mare, visitando borghi antichi, arroccati tra le pieghe dell’Appennino, dove ogni pietra racconta una storia e ogni scorcio sembra dipinto con toni caldi, come ocra, ruggine, rosso e bruciato. Camminando tra le vie lastricate di Grottammare alta, abbiamo avuto l’impressione che il tempo abbia scelto di rallentare anche lui, lasciando spazio alla contemplazione.
Lungo la costa, da Senigallia a Numana, da Porto Sant'Elpidio a San Benedetto del Tronto, il mare d’autunno ha messo da parte i suoi abiti estivi e si è mostrato in una veste più intima. Le lunghe spiagge semi deserte che sovente incontrano un vento che accarezza la sabbia con più decisione, al tramonto si colorano come un dipinto impressionista. E il camper, spesso parcheggiato a pochi passi dal mare, diventa un rifugio mobile tra sogno e realtà.
Questo racconto nasce così, da un viaggio senza urgenze, da un soggiorno in una regione che sa accogliere in ogni stagione, ma che in autunno si rivela in tutta la sua autenticità.
Prima sosta PESARO. Dal mare alla piazza, la sua eleganza discreta
Pesaro in ottobre è avvolta da una carezza di luce che accende ogni angolo della città con toni caldi. Il sole di fine estate illumina dolcemente il lungomare, dove la celebre Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro riflette bagliori ambrati sull'acqua, trasformandosi quasi in un secondo sole al tramonto.

Qui, tra il profumo di salsedine e il rumore ovattato delle onde, si respira una quiete preziosa, interrotta solo dal passo lento di chi ancora sceglie di passeggiare in riva al mare.
I suoi "giardini d’amare", piccole aiuole curate ed eleganti, che si stendono tra la spiaggia e la città, diventano un invito alla sosta e alla contemplazione, mentre le palme ondeggiano nella brezza.

Piazza del Popolo, nel cuore della città, è un salotto all’aria aperta, vivace anche in autunno. Racchiusa tra il maestoso Palazzo Ducale e l’elegante Palazzo Baviera, storica sede delle Poste, durante la nostra permanenza era impreziosita da una fiera fiorita, con vasi colmi di piante aromatiche, composizioni colorate e profumi che si mescolavano all’aria frizzante.
Sosta notturna a Pesaro - viale Trieste N.385 grande parcheggio gratuito alla fine del lungo mare
Seconda tappa FANO. Tra vento, onde e bellezza, un'accoglienza indimenticabile
Il nostro arrivo a Fano è stato tutt'altro che soleggiato. Ad accoglierci, pioggia battente, vento deciso e un mare in tempesta. Quasi un assaggio d'inverno!! Ma è proprio in questi momenti che certi luoghi svelano un fascino diverso, più ruvido e autentico.
Dal nostro camper, parcheggiato in Via del Bersaglio angolo via Ruggeri, con vista mare, abbiamo ammirato i cavalloni infrangersi con forza sulla riva, sollevando schiuma e spruzzi come fossero pennellate di un quadro in continuo movimento. Il rumore delle onde, il cielo plumbeo e la luce soffusa hanno reso speciale anche un semplice pranzo che si è trasformato in un momento di tranquillità al caldo, mentre fuori la natura mostrava tutta la sua potenza.

Al pomeriggio, nonostante il tempo incerto, ci siamo avventurati alla scoperta della cittadina. Una delle tappe più suggestive è stata la Chiesa di San Francesco, opera del XIIII secolo, gravemente lesionata dal terremoto del 1930, che ci ha ricordato la più famosa San Galgano toscana. Si tratta di ex edificio religioso, ora senza il tetto, affascinante nella sua essenzialità, con la natura che parzialmente si è riappropriata di uno spazio che prima era sacro.
Passeggiando nella piazza principale, sulla quale si affacciano il Palazzo del Podestà ora Teatro della Fortuna e cuore della vita cittadina, siamo poi arrivati alla Rocca Malatestiana, testimone silenziosa della storia e della cultura fanese.

Il nostro giro si è concluso infine con una passeggiata sul lungomare, tra raffiche di vento, respirando a pieni polmoni l’aria salmastra e viva dell’Adriatico. Fano ci ha accolti con il suo volto più burrascoso, ma è stato proprio questo a renderla così suggestiva!
Sosta diurna (ma possibile anche notturna) via dello Scalo N.278
Terza tappa SENIGALLIA, la spiaggia di velluto
È una bella giornata di sole quella che abbiamo trovato invece a Senigallia ed è con il suo volto più dolce che la cittadina marchigiana si è mostrata. Il mare calmo sotto un sole gentile, sussurrava storie diverse da quelle burrascose di Fano. Gli ombrelloni sono spariti, gli stabilimenti balneari hanno abbassato le serrande e così abbiamo potuto ammirare la celebre “spiaggia di velluto” libera, soffice come sempre, ma finalmente spoglia da confini.

È in giorni come questi che l’arenile torna ad appartenere a tutti. Non ci sono lettini da prenotare, né zone riservate. Solo sabbia liscia, con le impronte leggere di chi ci ha camminato prima di noi e le prime foglie cadute portate dalla brezza. Appartiene anche a loro, ai cani che corrono felici, senza divieti e senza guinzagli, lanciandosi in rincorse selvagge tra dune e pozzanghere d’acqua salmastra. I padroni li osservano sorridendo, qualcuno come noi lancia una pallina, qualcun altro si siede sulla riva, lasciando che il sole d’autunno scaldi ancora un po’ la sua pelle. Tutto questo senza la frenesia e la folla dell’estate.
Sosta diurna e notturna ora gratuita nel porto turistico di via della Darsena angolo via Mameli C/S area camper comunale via Podesti 234
Quarta tappa il Conero. Si comincia con Numana, dove la natura da spettacolo...
Dopo un meteo piuttosto burrascoso le temperature si sono rialzate e Numana, nel cuore del Conero, ci ha salutato con una calda giornata di sole.
Sosta diurna e notturna fronte spiaggia in Via Litoranea all'altezza del Ristorante La Costarella e Bagni Bellariva n.15 - ATTENZIONE DIVIETO SOSTA CAMPER DAL 01.04 AL 30.09
Abbiamo piacevolmente iniziato la nostra permanenza con una passeggiata rilassante lungo la riva del limpido mare. E mentre i passi affondavano leggermente nella ghiaietta dorata, siamo arrivati fino alla suggestiva Spiaggia del Frate, un angolo incantevole di costa dominato da bianche falesie e da uno scoglio che sembra osservare silenziosamente i bagnanti, quasi a custodire la pace del luogo.

Dopo le foto di rito la meta successiva ci ha portati a Numana Alta, tra vicoli silenziosi e scorci pittoreschi, per poi proseguire fino a Sirolo, il gioiello del Conero. Qui, dalla piazza principale si apre all’improvviso un panorama mozzafiato, sulla Spiaggia di Urbani, incastonata tra la vegetazione e le scogliere bianche, che brilla sotto il sole con i suoi riflessi cristallini.

Poco più in là, tra gli alberi e i sentieri ombrosi, si erge fiera Villa Vetta Marina, una dimora privata, elegante e ricca di fascino. Realizzata sopra l’ex convento commissionato presumibilmente da San Francesco nel 1215, a picco sul mare, è caratterizzata da fregi di mattoni rossi. L' accompagna una leggenda che narra che proprio qui il santo si sia fermato durante uno dei suoi viaggi, piantando due grandi alberi e lasciando un'impronta spirituale tra le mura della villa.
A conclusione della mattinata e della bella camminata ci concediamo un pranzo al Ristorante della Rosa, con la sua splendida terrazza affacciata sul mare. Tra profumi di pesce e calici di Verdicchio, la giornata si colora di autentici sapori marchigiani e si conclude infine, un poco a malincuore, con lo spostamento a Porto Recanati.
Porto Recanati - Sosta in Viale Europa Eurovillage a fianco di Parco Europa.
Quinta tappa Porto Recanati. Dal bianco scolpito delle spiagge del Conero al dorato gentile
Purtroppo la giornata non è ha avuto un buon avvio. Dopo la bellezza mozzafiato di Numana, con le sue spiagge dall'acqua cristallina che sembravano uscite da una cartolina, sapevamo che sarebbe stato difficile trovare un altro posto che potesse competere con cotanta bellezza. Tuttavia ci aspettavamo almeno un risveglio tranquillo. Invece, alle prime luci dell’alba, siamo stati bruscamente svegliati dal fragore del camion degli operai impegnati nella manutenzione della spiaggia. Rumori metallici e voci concitate hanno preso il posto del rassicurante suono delle onde. Ma lo spostarsi in camper significa anche questo e bisogna farsene una ragione. Un po’ stanchi e contrariati, abbiamo deciso comunque di dare una chance alla nostra nuova tappa.

Dopo una passeggiata sul lungomare, più semplice e meno scenografico abbiamo raggiunto il cuore del paese, dominato dalla medioevale Torre Sveva. Le casette variopinte dei pescatori allineate in fila ordinata ci hanno parlato di mare e di quotidianità semplice.
Dopo un assaggio di Ciauscolo con “pinsa” marchigiana ed una partita a frisbee sulla spiaggia il nostro viaggio è ripreso arrivando in serata a Porto San Giorgio, dove la ricerca di un luogo dove sostare si è rivelata piuttosto complessa.
Porto San Giorgio parcheggio giorno e notte in una via laterale del Lungomare Gramsci all'altezza di Via Nazario Sauro.
Sesta e settima tappa Porto San Giorgio e San Benedetto del Tronto in 24 ore. Tra Mare e Mercatini, scorci d’Autunno sulla Riviera delle Palme

Porto San Giorgio e San Benedetto del Tronto ci regalano ancora giornate intrise di luce, con l’ultimo sole che accarezza le belle spiagge dorate e riscalda le passeggiate sul lungomare. Qui, tra il profumo di salsedine e la brezza leggera, la quotidianità si tinge di semplice bellezza. È un piacere confondersi con la gente del posto, passeggiando tra le bancarelle dei mercatini settimanali che animano le vie con colori, profumi e voci familiari. Frutta di stagione, abiti leggeri o pesanti e oggetti di ogni tipo, ogni bancarella racconta un frammento di vita locale.
Mentre il mare conserva il tepore dell’estate appena finita, ci concediamo un caffè all’aperto o una passeggiata sulla riva del mare. È un tuffo nella dolce normalità marchigiana, scaldati dal sole di una quasi estate che sembra non voler finire.
Porto San Giorgio Via Candido Augusto Vecchi all'inizio, di fianco al parco Bambinopoli
San Benedetto del Tronto sosta sul lungomare nei pressi di Via Pola che qualora abbia dei parcheggi liberi rimane un'ottima possibilità di sosta.
C/S Area camper Fermo
Ottava tappa: tra palme e onde il respiro lento di Grottammare

Grottammare, affacciata sull’Adriatico nel cuore della Riviera delle Palme, è uno dei borghi più suggestivi delle Marche. La sua lunga spiaggia dorata, bagnata da acque limpide e tranquille, è incorniciata da splendide palme che accompagnano il lungomare in un'atmosfera esotica e rilassante. La passeggiata sul litorale è un vero piacere, tra stabilimenti balneari curati, piste ciclabili e locali accoglienti dove gustare specialità di pesce fresco, come abbiamo fatto noi.
Ma Grottammare non è solo mare. Alle spalle della costa, si arrampica la parte alta del borgo medievale, un gioiello di pietra e storia. Le sue vie acciottolate si snodano tra antiche abitazioni in mattoni, archi e piccoli belvedere da cui si gode una vista mozzafiato sull’intera riviera. A dominare il tutto, il Castello, che con le sue antiche mura racconta secoli di storia e sorveglia silenzioso il panorama sottostante.
Grottammare è un perfetto connubio tra relax balneare e fascino storico, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, tra mare, palme e pietre che raccontano storie.
Sosta via Bambini di Beslan a fianco del lungomare parcheggio gratuito tranquillo. Attenzione fino al 30.09 ai divieti di accesso e di sosta
Nona tappa. Il Conero ci richiama a Portonovo, la sua perla apparentemente meno splendente

Tra le tre spiagge considerate le perle del Conero. Portonovo è quella che a prima vista può convincere meno. Poco dopo l’ingresso alla baia, superata la vegetazione che borda la strada panoramica, si apre la prima spiaggia che vede la presenza di numerosi bar e ristoranti a pochi metri dalla riva, perfetti per una pausa con vista mare. Tuttavia, in questa zona, malgrado la concentrazione di tanti locali, la scarsa cura dell’area appare evidente. La spiaggia adiacente infatti è sporca, con rifiuti abbandonati tra i sassi da frequentatori e pescatori. Una situazione che stona fortemente con la bellezza naturale del luogo e che fa riflettere sulla scarsa civiltà delle persone.
Proseguendo invece dalla parte opposta, verso la Torre di Portonovo, un'antica torre costiera costruita nel XVIII secolo, intorno al 1716, per volere di Papa Clemente XI Albani, con lo scopo di difendere la costa dagli attacchi dei pirati saraceni e dalle incursioni via mare, si aprono altre due spiagge, quella della Capannina e quella della Vela decisamente più belle.
La Capannina è una spiaggia selvaggia e tranquilla, fatta di sassi levigati e ciottoli bianchi, bagnata da un mare cristallino, mentre quella della Vela, incastonata tra le scogliere e bagnata da acque limpide e profonde, prende il nome da una suggestiva formazione rocciosa che emerge dal mare come una vela spiegata al vento.
A pochi passi sorge la Chiesa di Santa Maria di Portonovo, un autentico gioiello di architettura romanica che domina la baia con la sua semplice eleganza in pietra bianca. Costruita intorno all’anno 1034 dai monaci benedettini, la chiesa è un raro esempio di romanico adriatico, perfettamente integrato nel paesaggio. Il suo fascino sta proprio nella sua posizione unica, in perfetta sintonia con il paesaggio circostante con cui sembra instaurare un dialogo silenzioso e poetico.

È consigliabile arrivare a Portonovo provenendo da Ancona o da Numana percorrendo la SP1 che costeggia anche il parcheggio panoramico Mezzavalle, a bordo strada, consigliato in alcuni siti per la sosta e da dove parte il sentiero per la spiaggia di Mezzavalle.
Noi abbiamo sostato nel Park Lago Grande, molto ampio, a pagamento fino al 30.09, insieme ad altri due veicoli ricreazionali, sfidando il cartello di divieto di accesso ai camper che si trova prima dell'ultima curva e che sicuramente in alta stagione viene fatto rispettare.
Decima tappa. Fabriano, la città della carta... ma non dei turisti

Arrivare a Fabriano, celebre in tutto il mondo per la sua storica tradizione cartaria, suscita aspettative alte. Ci si immagina un centro vivo, botteghe artigiane, musei aperti, l’odore della carta fatta a mano che si mescola con quello del caffè nei vicoli del centro storico. E invece, la realtà, per chi ci arriva in un giorno festivo, o magari di lunedì è tutt’altra.
Il cuore del paese si è presentato davvero desolato ai nostri occhi, negozi chiusi, saracinesche abbassate, poche persone in giro. Un silenzio irreale che stride con la fama della città e con le sue potenzialità turistiche. Il Museo della Carta e della Filigrana, vero gioiello del territorio, rimaneva una delle poche attrazioni aperte, ma attorno ad esso il vuoto. Bar assenti o inaccessibili, locali chiusi e un’atmosfera che ricorda più un set cinematografico abbandonato che un borgo vivo.
La delusione è stata notevole per noi arrivati con entusiasmo e curiosità, attratti da un nome che ha fatto la storia dell’industria cartaria europea e che invece ci è sembrata solo un ricordo sbiadito delle sue glorie passate.
Insomma una città che potrebbe raccontare molto, ma che oggi, purtroppo, sembra aver perso la voce.
Sosta Piazzale Santa Maria Maddalena vicino alla zona residenziale e al centro
Scarico Area camper via Bruno Buozzi. Colonnina dell'acqua potabile non funzionante.
Finale in bellezza Gubbio la città che sa di storia e di sapori

Gubbio è stata l’undicesima e ultima tappa del nostro viaggio di ottobre in camper. Dopo giorni di spiagge, sole e mare abbiamo voluto salutare le colline umbre. Parcheggiato il camper nel parcheggio del Centro Commerciale Le Mura e fatto carico acqua nel grande parcheggio di Viale Umberto Parruccini frequentato da roulotte di nomadi o giostrai, ci siamo avventurati verso il centro storico.
L’ingresso a Gubbio ha qualcosa di maestoso e insieme discreto, mura antiche che sembrano sussurrare storie, tetti in fila come un coro di pietra. La salita verso il centro storico è una lenta scalata nel tempo. Ogni vicolo è una cartolina viva, balconi fioriti, botteghe artigiane, anziani seduti all’ombra che ci salutano come vecchi amici. Sbuchiamo in Piazza Grande giusto mentre il sole cala dietro i monti e il Palazzo dei Consoli si staglia come un guardiano del tempo, silenzioso e imponente.
Le luci rossastre del tramonto rendono la città più magica, mentre ci fermiamo davanti a una vetrina di prodotti locali. È d'obbligo acquistare leccornie che sono un'ode all'Umbria, come tagliatelle al tartufo nero, la “crescia” che vogliamo mangiare calda con il prosciutto e salsette varie dove il prezioso tubero la fa da padrone. Rientrati al camper, dopo cena e mentre ci infiliamo sotto le coperte, pensiamo "Domani si torna a casa."
Ma nel silenzio della notte sappiamo che il camper è già un po' casa!!!
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