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Il gas nei veicoli ricreazionali: risorsa o problema?

gas cesare defProviamo a ragionarci un po’!

di Cesare Tomasini

Negli ultimi anni, sulla spinta delle giustissime istanze ecologiche, si stanno mettendo in discussione i nostri paradigmi riguardo all’energia: le auto con motori a benzina o gasolio stanno cedendo il passo alle auto elettriche, nelle caldaie di casa il metano è sempre più sotto accusa, le stufe a legna o pellet sono guardate con sospetto e via continuando.
Anche nei nostri veicoli ricreazionali l’energia, fino a poco tempo fa monopolio delle bombole di gas, è sempre più oggetto di alternative di ogni tipo: vediamo di analizzarne le motivazioni e approfondiamo le opzioni che offre il mercato.

1°: Non sprecare

Una premessa importante: come nelle case, la regola numero 1 riguardo all’energia è NON SPRECARLA.

L’isolamento dei mezzi è fondamentale in questo senso, ricordandosi che non esistono solo le pareti: nei motorizzati è necessario fare attenzione particolare alla cabina di guida, ma poi abbiamo anche oblò e finestre: tenere oscuranti abbassati quando si è di sera in inverno o quando il mezzo è parcheggiato in pieno sole in estate, giusto per fare un esempio, aiuta a non sprecare energia. Tenere luminarie accese nel mezzo e fari da stadio – anche se a led – nelle verande “tanto siamo attaccati alla colonnina del campeggio e paghiamo un forfait giornaliero”, è comunque uno spreco, oltre a infastidire i vicini di piazzola che alla sera magari vorrebbero poter godere dell’atmosfera dello stare all’aria aperta a guardare le stelle. Anche l’utilizzare frigoriferi di grande capienza è uno spreco, visto che il bello dell’essere in ferie è anche quello di vivere un po’ fuori dalle logiche consumistiche che subiamo tutto l’anno.

Bombole a gas, gioie e dolori

bombole a gas def

Detto questo, vediamo un classico sistema a bombole di gas, con i suoi lati negativi e quelli positivi.

Normalmente un veicolo ricreazionale utilizza il gas per i fuochi della cucina, per alimentare il riscaldamento, per il frigorifero se si tratta di un modello trivalente e non si è attaccati alla colonnina, e per il boiler nel caso dei camper visto che normalmente le caravan usano scaldaacqua ad elettricità.

Cosa non piace del gas? Innanzitutto a molti fa paura, lo ritengono poco sicuro. Diciamolo subito: un impianto normale, se verificato periodicamente, è molto sicuro. Al giorno d’oggi esistono dispositivi sofisticati che permettono di aumentare la sicurezza in caso di impatto, ma anche su un impianto tradizionale la sicurezza è tanta, basta ricordandosi di aprire / chiudere il rubinetto del gas e usare i rubinetti sezionatori d’impianto. Ricordiamoci poi che le bombole piene di gas non sono più pericolose, ad esempio, dei serbatoi di benzina che ci accompagnano tutti i giorni sotto al pianale dell’auto. Altro discorso il diesel, che effettivamente è più sicuro perché meno facilmente infiammabile.

Richiamo l’attenzione al fatto che le bombole non vanno mai ricaricate, ma sostituite con quelle caricate in fabbrica: diversamente, oltre ad un illecito fiscale, ci esponiamo a seri rischi di esplosione per eccessivo riempimento, oltre a imbrattare gli ugelli a causa delle impurità contenute nel GPL per autotrazione.

Altra cosa che non piace del gas, a giusta ragione, è l’assenza di standardizzazione a livello europeo: ogni nazione o quasi ha il proprio standard, quindi se si finisce una bombola in Francia si deve acquistarne una localmente, modificare l’attacco acquistando il riduttore adatto, riportare a casa quella vuota e, una volta ritornati, ri-modificare l’attacco. Questa questione è poco sentita da chi magari fa una vacanza all’estero nel periodo estivo o un viaggio relativamente breve, ma per chi va d’inverno o rimane fuori Italia per qualche tempo non è una cosa da poco. Oltre a questo c’è la difficoltà anche sul territorio nazionale a reperire bombole di marca o forma diversa dal classico siluro da 10kg: bombole in vetroresina, formati 5kg o bombole twiny sono sempre un rebus di non facile soluzione.
Peso e ingombri sono altre problematiche da affrontare, viste dimensioni e capacità di carico residuo dei mezzi sia motorizzati che a rimorchio.

Tra l’altro l’accesso dall’esterno, imposto dalle norme per necessità di sicurezza, in assenza di dispositivi di gestione a distanza impone di operare sempre dall’esterno dell’abitacolo: in caso di condizioni avverse (freddo o pioggia battente) questa cosa non ti fa amare il gas.

Quindi tutto male? No, esistono anche lati positivi. Il gas, infatti, è molto pulito e questo si traduce in una lunga vita degli utilizzatori, inoltre è silenzioso e gli scarichi non sono particolarmente sgradevoli. Anche le modalità d’uso sono semplici e “domestiche” il che rende il gas una risorsa molto comoda, anche al netto di tutto ciò che abbiamo citato prima.

Che alternative abbiamo?

Le alternative non sono poi così tante: possiamo utilizzare l’energia elettrica della rete, quella prodotta da dispositivi di bordo (off-grid) o il gasolio. Certo ho visto qualcuno in giro per il mondo che si è portato a bordo una stufetta a legna e spergiura che sia una soluzione sicura almeno per il riscaldamento ma… permettetemi di avere delle grossissime riserve in merito!

L’energia elettrica di rete

energia elettrica

Se siamo in un campeggio o in un’area di sosta, allacciati ad una colonnina di corrente che eroga un discreto amperaggio, magari con pagamento a consumo, allora possiamo riscaldare il mezzo con una stufa elettrica (consigliabili i termosifoni ad olio, meno pericolosi e che danno un buon comfort abitativo), scaldare l’acqua con un boiler elettrico, alimentare il frigorifero e anche cucinare con piastre a resistenza o, meglio, ad induzione. Quindi siamo liberi dall’uso del gas, ma a che prezzo? Un abitacolo di medie dimensioni richiede una stufa da minimo 2000w, lo scaldaacqua assorbe circa 500w, il frigo 100w e le piastre, quando in uso, arrivano comodamente anche loro a 2000w. Fateci un po’ i conti.
Tenete presente che con la tensione di rete a 230V, 1000w corrispondono a 4,35A; se il campeggio ha colonnine da 6A, copriremo teoricamente 1380w, ma non sempre abbiamo a disposizione tutta questa energia. In questo caso ci si può trovare nella stessa situazione di chi è in sosta libera, dove effettivamente le alternative al gas sono meno scontate.

L’energia elettrica off-grid

off grid

In questo caso abbiamo una serie piuttosto corposa di problemi tecnici da affrontare e risolvere; diciamolo subito, è necessario affidarsi a tecnici specializzati molto in gamba perché già si sono sentiti casi di mezzi andati a fuoco per problemi legati ad installazioni di impianti troppo sbarazzini. Infatti, per quanto possa sembrare controintuitivo, un impianto elettrico tradizionale che gestisca la corrente di rete è molto più semplice da realizzare rispetto a impianti che sfruttano tecnologie relativamente recenti per le quali l’esperienza disponibile è ancora limitata.
I problemi tecnici cui facevo riferimento sono relativi ai vari aspetti dell’impianto, quindi produzione, stoccaggio e utilizzo.
La produzione avrà sempre un contributo dato dall’alternatore del motore, che va ovviamente verificato per dimensionamento, poi ci sono i mitici pannelli solari: è necessario capire che modello usare, quanta superficie occorre, se si riesca ad ottimizzare il rendimento inseguendo il movimento del sole. Infine, non banale, che dispositivo usare per mandare il tutto alla batteria. Esistono anche altri sistemi di produzione, da integrare al solare, come i generatori a motore che però sono pesanti, ingombranti, inquinanti, rumorosi … oppure le celle a combustibile (il cosiddetto Efoy) che ovviamente ingombra e comunque costa abbastanza. Infine ho visto anche qualcuno utilizzare un mini generatore eolico, ma è un sistema veramente poco significativo, viste le dimensioni.
Prodotta l’energia necessaria, va stoccata in batterie: ovviamente la capacità deve essere elevata e quindi ultimamente questo significa quasi solo “litio”. Purtroppo molta capacità corrisponde a molto peso, anche con batterie al litio, che peraltro sono parecchio costose: non va poi sottovalutata l’elettronica necessaria alla gestione (rimango sul generico perché onestamente so che serve ma per incompetenza non riesco ad essere preciso) ed inoltre rimangono dubbi sulla propensione di questi accumulatori a prendere fuoco in determinate (rarissime!) condizioni.
Infine, gli utilizzatori, che vanno calibrati per un impianto di questo tipo: alimentare dispositivi nati per corrente alternata a 230V con un impianto che genera corrente continua a 12V richiede che la maggior parte degli utilizzatori sia stata pensata per lavorare già in queste condizioni, quindi questo significa che il costo del fuori standard è molto consistente. D’altronde è intuitivo che alimentare un PC con un inverter, seppure non banale, è più semplice che fare la stessa operazione per una stufa da 2000w!
In buona sostanza, e a dispetto di chi fa di tutto per dimostrare il contrario, mi sembra che costo, complessità, peso (e forse anche rischio) di un impianto gas free basato sull’elettricità autoprodotta, non abbia molto senso.

Il gasolio

gasolio
Per quanto riguarda il riscaldamento, abbiamo degli ottimi dispositivi a gasolio che ultimamente sono molto apprezzati soprattutto in Italia: i classici Webasto, Truma, Eberspächer ma anche i cosiddetti “cinebasto”, ovvero riscaldatori a gasolio di produzione cinese. Su questi ultimi mi piacerebbe fare un approfondimento visto che il prezzo molto allettante, fino ad un decimo degli equivalenti occidentali, ha spinto parecchie persone ad affidarsi a questi dispositivi; la domanda, come diceva il buon Lubrano, sorge spontanea: “A che compromessi si è scesi per contenere il prezzo in modo così marcato?”.
Tornando a noi, il riscaldatore a gasolio non presenta solo vantaggi. Per prima cosa il consumo di energia elettrica, che è superiore agli omologhi apparecchi a gas per non parlare delle stufe tradizionali tipo “Trumatic S”, che non richiedono alcuna energia elettrica se non per la ventilazione (che è utile ma non necessaria); il motivo del maggior consumo di un dispositivo a gasolio rispetto all’omologo a gas è dato dalla necessità di alimentare la pompa del carburante. Un altro punto a sfavore è la maggiore rumorosità, il cosiddetto “ticchettìo”, prodotto appunto dalla pompa del carburante; inoltre lo scarico è particolarmente maleodorante.
A gasolio possono essere pure dispositivi ibridi che fungono anche da boiler, i cosiddetti “combi”, che offrono anche il vantaggio di un ingombro limitato perché uniscono due dispositivi in uno. Utilizzando di fatto le stesse tecnologie dei riscaldatori a gasolio, gli svantaggi rispetto agli equivalenti “combi” a gas sono esattamente gli stessi.
Esistono poi fornelli a gasolio, che possono fungere anche da stufa: ne intercettai un modello di produzione finlandese (Wallas-Marin) qualche anno fa ad una fiera in Germania, so di una persona che l’aveva anche montato in una caravan, però non so darvi alcuna informazione rispetto a pregi e svantaggi non conoscendo bene l’argomento. Mi ricordo solo che mi colpì il prezzo di vendita, vicino ai 2000€, cioè più di un Webasto dell’epoca. Tra l’altro anche quest’ultima ditta produce un fornello ceramico alimentato a gasolio, ma in questo caso ci si limita alla cottura dei cibi, manca la funzione di riscaldatore.

In conclusione

Che il gas crei dei problemi di gestione è senz’altro vero, ritengo però che rinunciarci porti più svantaggi che vantaggi, soprattutto a livello di costi; mi pare anche che la paura nel gas abbia più un fondamento istintivo e irrazionale che altro. Lo ripeto, un impianto standard, controllato e tenuto in efficienza, non è più pericoloso di altri impianti alternativi, anzi!
Ho visto poi soluzioni ibride nelle quali al gas viene lasciata la cucina, il gasolio si incarica del riscaldamento e dell’acqua calda e l’elettricità serve per il frigorifero (e le altre utenze minori, ovviamente): va tutto bene, può essere una buona soluzione, ma spesso ho visto vani bombole per 1 recipiente gas abbastanza grosso, il che non ha senso.

Se doveste scegliere questa strada, meglio 2 bombole piccole che una grande!

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Credits foto: Amazon - Beyfin - Efoy - Liquigas - Pieper-shop - Primagaz - Truma - Wallas - Webasto

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